Psicologa dello sviluppo e dei processi educativi, mi occupo di benessere e supporto psicologico rivolto a bambini, adolescenti e adulti.
Ottobre 20, 2022

Ansie e paure della gravidanza

Ott 20, 2022 | Ostetricia, Pediatria, Psicologia

Contrariamente ai dettami della società, un bambino non ha bisogno di una madre perfetta, ma di una madre sufficientemente buona, in grado di comprendere i suoi bisogni e di rispondervi in modo adeguato.

Non si tratta di un traguardo immediato, né tantomeno questo istinto materno si attiva schiacciando un interruttore, ma è l’esito di un percorso che comincia con la gravidanza.

Il risultato finale di questo lavoro psichico è un cambiamento della propria identità che deve includere una nuova immagine di Sé come madre e che richiede di rivedere le proprie relazioni e le rappresentazioni che si possedevano.

A questo punto è comprensibile comprendere lo stato di fragilità della donna che attraversa cambiamenti fisici e una serie di fasi psicologiche caratterizzate da confusione che si devono risolvere nel tempo.

Come per il corpo, i trimestri scandiscono delle fasi psicologiche di adattamento alla gravidanza e al proprio ruolo futuro.

Primo trimestre

Il primo trimestre è il momento della scoperta, che a volte può combaciare con un vero e proprio shock e le paure per la salute del bambino spesso prendono il sopravvento (la gravidanza è più a rischio in questo momento).

All’esterno la richiesta è quella di vedere una donna felice ed entusiasta, ma ciò può portare la futura mamma a chiudersi alimentando così il suo stato d’ansia, mentre ha bisogno di rassicurazioni e comprensione.  

Il primo trimestre è caratterizzato principalmente dall’ambivalenza emotiva, che fa alternare momenti di felicità a pianti e paure. La causa non deriva solo dagli ormoni, che durante la gravidanza sono i principali responsabili degli sbalzi umorali, ma anche dal grande lavoro che la mente della donna deve compiere per adattarsi alla nuova realtà.

Il pensiero di un possibile aborto spontaneo può portare a far crescere le preoccupazioni; la mancanza di segnali dal corpo che possano far sentire il bambino sono i principali fattori che scatenano angosce.

Si affiancano a questi pensieri anche le preoccupazioni circa lo stato di salute del bambino. Stati d’animo molto comuni sono la preoccupazione che il bambino non cresca nel modo adeguato, il timore che possa avere malattie genetiche, malformazioni o altre patologie.

Queste sono paure del tutto legittime e comprensibili. E’ importante che durante la gravidanza si venga accompagnati, sia dal punto di vista professionale che umano, da persone che siano in grado di accogliere senza giudicare le preoccupazioni e gli stati d’animo.

    Secondo trimestre

    Il secondo trimestre scaccia le paure (il pericolo di un aborto si affievolisce) e la donna comincia a maturare l’idea che sta per diventare mamma, grazie anche ai primi movimenti percepiti.

    Questa fase è caratterizzata da una sorprendente trasformazione psicologica, infatti la percezione dei movimenti fetali rendono il bambino vivo e reale.
    Si instaura così una costante comunicazione intrauterina tra madre e bambino fatta di scambi e di percezioni che sono una tappa fondamentale per la costruzione del legame di attaccamento.

    In questa fase però si osserva il cambiamento fisico nella donna; la pancia inizia a spuntare e i vestiti a stare stretti. Per alcune donne il rapporto con il pancione essere caratterizzato dalla fatica nell’accettare il proprio fisico cambiare, vedersi diverse e non riconoscersi.

    Per molte donne il rapporto con il proprio fisico racchiude molte criticità, queste potrebbero accentuarsi con la modifica corporea della gravidanza.

    Terzo trimestre

    È fondamentale sapere che l’allattamento artificiale non ha effetti negativi nella relazione madre-figlio, soprattutto nei casi in cui, per qualsiasi motivo, sia questo fisico o psicologico, non sia indicato quello al seno. Se il passaggio all’allattamento artificiale è necessario deve essere sostenuto e non drammatizzato, e non si vede motivo per cui non debba essere accettato dalle madri.

    Tuttavia, l’allattamento artificiale potrebbe avere effetti negativi sulla diade, se la madre si sente inadeguata perché non allatta al seno. In questo senso, certe posizioni integraliste non aiutano perché tendono a colpevolizzare e/o a sollecitare il vissuto di inadeguatezza delle madri che non allattano.

    Certamente quando subentrano difficoltà a trovare un latte artificiale ben tollerato dal neonato si potrebbe creare un circolo vizioso che rende più difficile l’incontro tra i due.

    Affrontare i cambiamenti

    I cambiamenti psicologici legati alla gravidanza sono una sfida a difficoltà variabile per ogni donna, ma le emozioni suscitate da questo periodo non vanno mai tralasciate.

    Il disagio che si può avvertire durante il primo trimestre è il corrispettivo psicologico dell’accettazione del feto nel corpo della donna, che comincia a porre delle condizioni e a cambiarle la vita.

    Ciò che si sperimenta è un’intensa ambivalenza tra accettazione e rifiuto che non va assolutamente confusa con il desiderio di avere il bambino. Si tratta di accettare un altro dentro di sé e il cambiamento può essere aiutato dalla cura verso sé stesse che riporta la donna a vivere in armonia con sé stessa.

    I primi movimenti fetali segnano un distacco tra madre e bambino che finalmente sembra possedere una sua autonomia. Questo distacco per alcune è fonte di gioia, per altre diventa una fonte d’ansia (si muove troppo, si muove poco, non lo sento più, ecc.); per queste ultime il controllo emotivo è più difficile.

    Psicologa dello sviluppo e dei processi educativi, mi occupo di benessere e supporto psicologico rivolto a bambini, adolescenti e adulti.