Colazione da re, pranza da principe e cena da povero

Il detto “Colazione da re, pranza da principe e cena da povero” ha origini storiche e si basa sulla credenza popolare di come dovrebbe essere distribuita l’energia alimentare durante la giornata.
La saggezza popolare spesso incorpora osservazioni reali ma estremamente semplificate. In questo articolo vogliamo capire quanto di questo detto sia vero e quanto prenderlo alla lettera.
Colazione da Re
Molti studi suggeriscono che una colazione nutriente può aiutare a migliorare la concentrazione, l’umore e la prestazione cognitiva.
Mangiare la colazione può anche aiutare a prevenire i morsi della fame successivi e potenziali abbuffate.
Tuttavia, è importante notare che il concetto di “abbondante” non dovrebbe essere interpretato come “eccessivo“, ma piuttosto come “equilibrato e completo“.
Pranza da Principe
Un pranzo equilibrato e nutriente può sostenere l’energia e la funzione cognitiva durante il giorno. È importante per prevenire un calo di energia nel pomeriggio e per mantenere i livelli di zucchero nel sangue stabili.
Tuttavia, come suggerito dal detto, non dovrebbe essere eccessivo al punto di indurre sonnolenza o letargia post-prandiale e non andare ad appesantire (ad esempio) le ore successive di lavoro o di studio.
Cena da Povero
Mentre l’idea di una cena leggera ha senso per molti, specialmente per coloro che sono sedentari la sera, è essenziale considerare il quadro complessivo. Per le persone che si allenano la sera, ad esempio, potrebbe essere necessario un pasto post-allenamento più sostanzioso.
Inoltre, recenti ricerche suggeriscono che ciò che conta di più è l’apporto calorico complessivo e la qualità degli alimenti consumati durante tutto il giorno, piuttosto che la dimensione dei singoli pasti.
Un esempio? Una credenza comune sostiene che consumare carboidrati la sera porti a un aumento di peso, in quanto essi non sarebbero utilizzati come energia (data la minore attività fisica serale) e quindi stoccati come grasso. Ma cosa dicono le ricerche?
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Bilancio energetico: Ciò che determina l’aumento di peso non è tanto l’orario in cui si consumano i carboidrati, ma piuttosto l’equilibrio totale tra le calorie assunte e quelle spese durante l’intero giorno. Se si consumano più calorie di quelle che si bruciano, indipendentemente dall’orario, si avrà un aumento di peso. Al contrario, se si bruciano più calorie di quelle consumate, si avrà una perdita di peso.
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Metabolismo notturno: Contrariamente alla credenza popolare, il nostro corpo continua a bruciare calorie durante la notte. Mentre dormiamo, il corpo svolge numerose funzioni, come la riparazione cellulare e la sintesi proteica, che richiedono energia. Pertanto, i carboidrati consumati durante la cena possono comunque essere utilizzati come fonte di energia.
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Ricerche recenti: Alcuni studi suggeriscono che il consumo di carboidrati la sera potrebbe avere benefici specifici. Una ricerca ha mostrato che le persone che consumavano la maggior parte dei loro carboidrati la sera avevano una migliore sensibilità all’insulina e una riduzione del rischio di diabete.
Mentre non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato nel consumare carboidrati la sera, è importante considerare la quantità e la qualità. Optare per carboidrati complessi come quinoa, patate dolci o pasta integrale può offrire un rilascio prolungato di energia senza picchi eccessivi di zucchero nel sangue.
L’idea di limitare i carboidrati la sera per prevenire l’aumento di peso è un mito basato su concetti obsoleti del metabolismo. Piuttosto che concentrarsi sull’orario di consumo, l’attenzione dovrebbe essere rivolta alla qualità, alla quantità e al bilancio calorico complessivo. Come sempre, è essenziale consultare un Biologo Nutrizionista per un approccio personalizzato all’alimentazione e alle esigenze individuali.

Dott.ssa Eleonora Contin, Biologa Nutrizionista
Conclusioni
Mentre il detto fornisce una struttura semplificata su come potrebbero essere distribuite le calorie durante la giornata, le linee guida nutrizionali moderne riconoscono che le esigenze individuali possono variare. Per esempio, il ritmo circadiano, lo stile di vita, l’attività fisica e le condizioni mediche individuali possono influenzare quando e quanto mangiare.
In sintesi, il detto ha radici nella realtà, ma come molte massime, è una semplificazione. Gli attuali studi suggeriscono di adottare un approccio più individualizzato all’alimentazione, basato su esigenze, obiettivi e stile di vita specifici.
E, come sempre, è fondamentale consultare un esperto di nutrizione 👩⚕️ per ottenere consigli personalizzati sulle proprie esigenze specifiche 😄.