Quando rivolgersi allo psicologo infantile

Non è raro che i bambini nel corso della crescita possano mostrare delle difficoltà comportamentali, emotive e/o relazionali, con ripercussioni a livello sociale, familiare e scolastico.
I genitori possono quindi domandarsi se si tratti di un problema di poco conto oppure se sia opportuno rivolgersi ad uno psicologo infantile per valutare e risolvere tali difficoltà.
Quando rivolgersi allo psicologo infantile?
Sono moltissime le situazioni per le quali sarebbe opportuno portare il bambino dallo psicologo, a partire da un semplice disagio avvertito fino a situazioni più complesse, che possono essere causate da situazioni di stress per il bambino, come ad esempio un lutto, una separazione, un divorzio o un trasferimento.
A livello familiare, ad esempio, il bimbo può presentare dei comportamenti di iperattività o disattenzione, di opposizione rispetto alle regole scolastiche o genitoriali, addormentarsi con difficoltà, mangiare troppo o troppo poco, manifestare ansia quando lo si accompagna fuori casa o essere spesso giù di morale.
Anche a livello scolastico vi sono diversi segnali che possono indicare la necessità di uno specialista, come presentare lentezza nell’apprendimento del linguaggio, della scrittura e/o del calcolo, avere difficoltà a stare seduto, disturbare troppo la classe o isolarsi dai compagni.
La famiglia e la scuola sono spesso i due principali contesti nei quali è più semplice osservare direttamente se il bambino presenta delle problematiche o un disagio. Il confronto con il professionista può essere molto utile per chiarire e comprendere più nello specifico cosa sta vivendo il bimbo in quel determinato momento evolutivo.
Come si svolgono le visite dallo psicologo infantile?
Uno psicologo infantile per prima cosa incontrerà e parlerà con i genitori del bambino o con chi si occupa di lui, per cercare di ricostruire la storia familiare e analizzare la richiesta.
Le sedute psicologiche si svolgono spesso a cadenza settimanale o ogni due settimane e possono svolgersi alla presenza di uno dei genitori o meno, a seconda della tipologia di problema presentato e all’età del bambino.
Durante gli incontri con il bambino lo psicologo potrà proporre diverse attività, come disegni, letture di fiabe e giochi di ruolo, oltre che momenti più strutturati di colloquio e valutazioni.
Sono previsti inoltre dei momenti di restituzione e di confronto con i genitori, singolarmente o in coppia, così da tenerli sempre informati sull’andamento della terapia e per fornire eventuali consigli preziosi.
Dott.ssa Alessandra Maier
Psicologa dello sviluppo e dei processi educativi, si occupa del supporto psicologico rivolto a bambini, adolescenti e adulti.
Da che età può essere utile lo psicologo infantile?
Lo psicologo infantile si interessa delle problematiche dello sviluppo dei bambini dai 2 anni fino all’adolescenza.
L’età tuttavia non è il punto centrale poiché, fin da quando sono molto piccoli, i bambini possono trarre giovamento dall’intervento di uno psicologo infantile.
A seconda dell’età, tuttavia, i problemi più comuni possono variare:
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bambini di 2 anni: a questa età il bambino può manifestare delle difficoltà a relazionarsi con gli altri bambini, evidenziando timidezza e fragilità, o iniziare a presentare la balbuzie;
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bambini di 3-5 anni: in questa fase potrebbero manifestare eventuali difficoltà nell’esprimersi a parole o nel rapporto con i pari, con la tendenza ad isolarsi alla scuola materna oppure mostrando atteggiamenti “aggressivi”. O ancora, è possibile che presentino tosse e vomito indotti al fine di attirare l’attenzione o per comunicare qualcosa;
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bambini di 5-8 anni: in questa fascia di età i bambini potrebbero presentare iperattività, difficoltà a stare attenti e un deficit di attenzione.
Conclusioni
Non riuscire a risolvere da soli una problematica o un disagio mostrati dal proprio bambino può essere difficile per una mamma e un papà, che potrebbero sentirsi impotenti nel dover cercare un supporto.
Ovviamente non è una sconfitta doversi rivolgere ad un professionista, anzi far parlare un bambino con una persona esterna che si occupa di psicologia infantile può essere più utile dei mille sforzi e tentativi di un genitore.