Assistente di studio, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche.
Marzo 17, 2022

Reflusso gastroesofageo nei neonati

Mar 17, 2022 | Osteopatia, Pediatria

Il reflusso gastroesofageo è uno dei disturbi più fastidiosi dei bimbi molto piccoli, ed è una delle cause più frequenti per cui si richiede il parere del pediatra e spesso dell’osteopata.

Il reflusso è la risalita del contenuto gastrico nell’esofago, provocata dal rilassamento o da un cattivo funzionamento del Cardias, la piccola valvola che separa lo stomaco dall’esofago.

Il disturbo colpisce circa la metà dei neonati soprattutto in tenerissima età, spesso anche dopo il primo mese di vita, perché i meccanismi che controllano la digestione sono ancora molto immaturi.

In genere, si tratta di un problema transitorio, destinato a risolversi in breve tempo, ma alcuni casi possono rivelarsi più seri.

Sintomi del reflusso

Per riconoscere il reflusso gastroesofageo nel neonato e capire se è il caso di consultare un osteopata, può essere utile conoscere i sintomi con i quasi solitamente si manifesta. Eccone alcuni dei più comuni:

  • piccoli rigetti di latte a distanza poche ore dalla poppata;
  • respiro affaticato;
  • pianto e lamento quando si prova a metterlo in orizzontale nel lettino;
  • difficoltà a dormire e agitazione;
  • ruttini continui tra un pasto e l’altro;
  • raffreddori frequenti;
  • tosse stizzosa.

Le cause del reflusso

A causare il reflusso può essere un’immaturità del cardias, ma le cause più comuni di questo disturbo dipendono da una molteplicità di fattori: cattivo funzionamento del cardias, eccessiva quantità di cibo ingerito o la presenza di aria nello stomaco, alimentazione troppo liquida o eccessiva voracità del piccolo nell’alimentarsi.

Tuttavia, anche una compressione del cranio al momento del parto può essere una possibile causa. Infatti, durante il parto si verifica una compressione delle ossa craniche, che nella maggior parte dei casi si riallineano da sé in breve tempo.

Altre volte però, specie se il parto è stato lungo o difficoltoso o l’espulsione molto veloce, si possono creare delle compressioni su alcune strutture nervose, tra cui il nervo vago, che innerva lo stomaco.

Risolvere con l’osteopatia

L’osteopata può intervenire agendo su diverse strutture:

  • la base del cranio (in particolare l’occipite) allentando la compressione sul nervo vago;
  • la colonna dorsale alta in mezzo alle scapole, che è la zona che va ad innervare lo stomaco;
  • può andare ad agire direttamente sull’addome, con manipolazioni che rilasciano la parete gastrica, la parte bassa dell’esofago e il diaframma (il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale).

Si tratta di manipolazioni molto delicate, che non disturbano il bambino e che, in poche sedute, possono consentire di migliorare il problema fino a risolverlo.

Oltre al trattamento osteopatico, esistono anche alcuni semplici accorgimenti che ogni genitore può facilmente mettere in pratica per aiutare il proprio bambino:

  • tenere il bambino il più possibile in posizione verticale, in particolar modo durante la poppata, ed evitare di sdraiarlo dopo il pasto;
  • quando il bambino è sdraiato, fare in modo che la testa sia leggermente sollevata rispetto al corpo;
  • non somministrare farmaci al bambino, a meno che non sia stato il pediatra a prescriverli;
  • evitare il più possibile ogni situazione stressante per il bambino e tenerlo molto tempo a stretto contatto corporeo;
  • evitare bevande gassate, perché dilatano lo stomaco, e cibi acidi, come agrumi e pomodori, perché possono provocare bruciore alla mucosa già irritata.
Assistente di studio, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche.